0-6 English – Riflessioni ed esperienze

a cura di Francesca Mancini 2016

Accostamento precoce alla Lingua Inglese nei Nidi e nelle Scuole dell’Infanzia

Francesca Mancini

Il libro di testo 0-6 English

“Uno degli obiettivi più ambiziosi che l’Unione europea intende perseguire per ogni cittadino europeo è l’apprendimento di almeno due lingue straniere oltre a quella materna, iniziando preferibilmente in età precoce. Infatti, è ormai riconosciuto che mettere i bambini in contatto con altre lingue sin dalla primissima infanzia può influenzare, oltre che l’apprendimento futuro, anche l’atteggiamento nei confronti di altre culture, con evidenti benefici sul piano linguistico, cognitivo, affettivo e sociale. “ 

Così Carmela Palumbo, Direttore Generale Miur[1], nell’introduzione al rapporto sulle esperienze di insegnamento in lingua straniera nella scuola dell’Infanzia[2].

Dal rapporto si evince che molto numerose sono le esperienze di insegnamento della lingua inglese attuate in tutta Italia nelle scuole dell’infanzia; l’indagine svolta dal Ministero non si occupa dei Nidi,  non abbiamo quindi dati certi in merito, sappiamo comunque che l’interesse per l’introduzione della Lingua Inglese in età precoce nei servizi educativi per la primissima infanzia è sicuramente molto alto ovunque.

Il DDL 1260 presentato dal Governo nel settembre 2014, quasi interamente ripreso nella recente delega al governo, è volto a garantire la realizzazione di un sistema integrato dei servizi educativi e di istruzione per le bambine e i bambini in età compresa tra tre mesi e sei anni e già da anni in  tutta Italia  vengono promosse iniziative di formazione  che vanno in questa direzione e che sono volte a promuovere l’acquisizione di competenze specifiche in vista di un ampliamento dell’offerta formativa che qualifichi i servizi educativi per la prima infanzia.

In questo senso nel 2010  l’Unione Comuni della Valdera attua  un progetto di formazione in servizio molto ambizioso con l’intento di promuovere su tutto il territorio  l’introduzione della Lingua Inglese nelle Scuole dell’Infanzia ad opera degli  insegnanti stessi e due anni dopo estende l’iniziativa di formazione agli educatori dei Nidi.

Sulla scia di ciò che è già avvenuto per gli insegnanti della Scuola primaria si capisce che l’introduzione della Lingua Inglese nei servizi educativi dell’infanzia deve essere affidata agli insegnanti stessi e agli educatori perché la Lingua Inglese possa  innestarsi nel  curriculum didattico  e divenire parte integrante del lavoro quotidiano.  Perché questo sia possibile si rende necessario formare  adeguatamente il personale docente ed educativo,   sia per quanto riguarda  le competenze linguistiche sia per quelle metodologico-didattiche.

All’iniziativa gli insegnanti hanno risposto numerosi e animati da grande entusiasmo, pur non senza una certa trepidazione. Così come trepidanti, seppur pieni di entusiasmo, eravamo anche noi formatori che abbiamo aderito a questo progetto. Per noi, pur esperti formatori, questo progetto  rappresentava una sfida del tutto nuova e si configurava come una vera e propria avventura.

Forti di un consenso quasi unanime degli studiosi ad un avvicinamento precoce alla lingua inglese ,abbiamo dato vita a questa esperienza di formazione, che si proponeva come una grande opportunità per i docenti e gli educatori di acquisire e sviluppare nuove competenze sia in campo linguistico sia in campo metodologico-didattico, competenze divenute indispensabili  in una società che va configurandosi come sempre più plurilingue e multiculturale.

L’apprendimento graduale di una lingua straniera favorisce infatti  nel bambino l’acquisizione di ulteriori strumenti di organizzazione delle conoscenze, ne stimola la flessibilità cognitiva e lo sviluppo di abilità trasversali. L’esposizione precoce alla lingua straniera favorisce nel bambino, che è naturalmente predisposto all’acquisizione di nuovi suoni, il formarsi della sensibilità fonetica  e  fonologica, competenza fondamentale per saper ascoltare, interagire ed usare correttamente la lingua in situazione comunicativa.

Questo inoltre crea una maggiore apertura mentale e sviluppa un atteggiamento positivo verso altre forme di comunicazione e altre realtà sia linguistiche che culturali.

La formazione in servizio per docenti ed educatori ha previsto la frequenza di corsi di 40 ore per tre anni e si è proposta di:

  • Sviluppare e potenziare le competenze linguistico-comunicative dei docenti
  • Incrementare le competenze psicolinguistiche e metodologico-didattiche connesse all’apprendimento della lingua straniera nella fascia di età 0-6
  • Sviluppare la capacità di osservazione delle proprie prassi didattiche
  • Sviluppare la capacità di attivare percorsi di ricerca-azione
  • Co-costruire percorsi di avvicinamento alla Lingua Inglese nei nidi e nelle scuole dell’infanzia

I laboratori tendevano alla elaborazione  di  scenari pedagogici che stimolassero la riflessione sulla pratica didattica in merito all’accostamento precoce alla L2 e che generassero al contempo dei  percorsi guida a cui ispirarsi per il graduale inserimento della lingua inglese nella prassi quotidiana nei Nidi e nelle Scuole dell’Infanzia presenti sul territorio della Valdera .  Si è trattato di costruire dei veri e propri goal-based scenarios che coniugassero gli enunciati teorici e la pratica educativa e mettessero i docenti in grado di operare in team e dar vita a  percorsi da discutere e verificare insieme e poi attuare con i gruppi di bambini.

Queste le caratteristiche costanti dei percorsi di formazione su cui il libro fornisce ampia documentazione:

  • Un approccio interattivo che permettesse il reimpiego costante di lessico e strutture attraverso il ricorso a nursery rhymes, songs, games, role plays
  • La sperimentazione di approcci metodologici come il TPR (Total Physical Response) e altre tecniche di active listening, tramite l’utilizzo di puppets, flashcards etc
  • Il ricorso al Code-switching (passaggio da una lingua all’altra come strategia naturale di comunicazione)
  • Il ricorso allo storytelling, anche come pratica di potenziamento delle abilità linguistiche e in particolare della fluency
  • Una insistenza sulla consapevolezza fonemica, pronuncia e intonazione
  • Una costante riflessione  sui più importanti  approcci  metodologico-didattici per la co-costruzione

di scenari pedagogici attraverso percorsi di ricerca-azione intesa proprio come dispositivo epistemologico e metodologico

  • Il controllo costante dei progressi e un feedback immediato, anche grazie a tutto un lavoro di video-documentazione delle operazioni, che ci ha permesso di  analizzare e commentare  i lavori che i docenti andavano portando avanti in situazione

[1] Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici  e per la Valutazione del Sistema Nazionale d’Istruzione, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

[2] Progettazione, realizzazione, analisi dei dati e produzione del Rapporto a cura del Gruppo di lavoro “Monitoraggio esperienze di insegnamento in lingua straniera nella scuola dell’infanzia” istituito con Decreto Direttoriale n. 854 del 7/11/2014 composto da: Gisella Langé, Daniela Marrocchi, Lucilla Lopriore, Guido Benvenuto, Letizia Cinganotto, Mario Vacca